Anicini, la ricetta dei biscotti siciliani

La Sicilia è l’isola più estesa del mar Mediterraneo, ma anche la più importante per storia, arte e attività economiche ed è grazie alla sua particolare forma di triangolo che deve l’origine del suo antico nome greco, Trinacria.

Il termine si riferiva alle tre cuspidi rappresentate dagli odierni Capo Boeo o Lilibeo ad ovest, Punta del Faro a nord est e Capo Isola delle Correnti a sud est. Oltre che alle vicende storiche, culturali e artistiche la regione ha legato il suo nome ad una lunga tradizione culinaria, fatta di rispetto del passato e voglia d’innovazione.

Ma nella cucina siciliana un posto privilegiato occupa la pasticceria con le tante golosità che hanno decisamente varcato i confini regionali per diventare prodotti ricercati ed apprezzati nel mondo, basti pensare ai cannoli o alla cassata. Naturalmente la produzione non si ferma qui, ma tante sono le ricette tramandate per realizzare dolci e biscotti veramente unici come possono esserlo solo gli anicini.

Una vera bontà: gli anicini

Con questo termine vengono indicati dei biscotti morbidi la cui caratteristica, come ben si capisce dal nome, è la presenza dei semi di anice. Sono una piccola delizia dalla forma allungata, tipica dei quaresimali, che richiedono una doppia cottura a temperature diverse.

Gli anicini sono molto apprezzati per il loro sapore intenso e piacevole e per il vivace aroma dell’anice, molto invitante e stuzzicante per il palato. Sono così golosi che si possono mangiare tanto da soli che accompagnati da una tazza di latte o di te, ma d’estate, si sposano divinamente con la granita, meglio ancora se di mandorla.

Poiché la procedura di preparazione è molto semplice e pochi sono gli ingredienti usati, essi sono leggeri e hanno poche calorie in virtù del fatto che manca del tutto il burro. Altra peculiarità di questi dolcetti è, che una volta preparati, si possono conservare anche mesi se riposti in recipienti con chiusura a perfetta tenuta.

Ora divertiamoci a prepararli

Procurarsi gli ingredienti non richiede molta fatica dal momento che sono pochi e di facile reperibilità: uova, zucchero, farina, sambuca, semi di anice e lievito per dolci.

Si comincia lavorando le uova finché non diventano spumose e, a quel punto, si versa poco alla volta lo zucchero, quindi la sambuca amalgamando bene il tutto. Con l’aiuto di una spatola si unisce, sempre mescolando, la farina, un pizzico di sale il lievito e da ultimo i semi di anice.

L’impasto ottenuto, omogeneo e cremoso, va trasferito, diviso in due panetti, in una teglia ricoperta da carta da forno e cotto per venti minuti a 180 gradi.

Trascorso il tempo necessario si sfornano i panetti e si lasciano raffreddare, successivamente si tagliano a fette e si rimettono in forno per dieci minuti a 150 gradi affinché le singole parti, che ogni tanto vanno rigirate, si possano dorare e diventare ambrate in maniera uguale. Una volta raffreddata si può finalmente portare alla bocca questa delizia per gusto ed aroma.

Ma non è ancora finita perché ci si può divertire creando varianti, altrettanto buone e invitanti, solo con la sostituzione o l’aggiunta di qualche ingrediente come per esempio la farina di mandorle o di riso al posto di quella 00, o l’impareggiabile cannella per aromatizzare ancora di più il tutto.