La Sicilia è nota per la grande varietà di prodotti dolciari, tutti unici e favolosi perché creati con materie prime selezionatissime tra le quali dominano le mandorle, i pistacchi e il miele.
Tra i tanti conosciuti e preparati un po’ ovunque nella regione, anche se con variazioni nella forma, nel nome e negli ingredienti dovute all’estro di chi impasta, ma anche alle tradizionali abitudini locali, spiccano i nucatuli.
Cerchiamo di scoprire cosa abbiamo nel vassoio
Cominciamo col dire che i nucatuli sono piccoli biscotti farciti, il cui ripieno è visibile perché hanno la superficie scoperta. Sono caratteristici per la loro forma ad S e per la variabilità della frutta utilizzata per formare il morbido e delizioso impasto necessario per riempirli. Infatti li possiamo trovare al gusto di fichi, mandorle, uva passa, noci con scorzette di agrumi e aromi vari.
La tradizione vuole che essi siano i dolci tipici delle feste natalizie, ma accade che, in alcune località orientali della regione, vengano preparati già nel mese di novembre in occasione della festa di Morti, per cui sono denominati anche biscotti dei morti.
Dal momento che la cucina siciliana deve la sua particolarità non solo all’attaccamento alle tradizioni ma pure all’apporto arabo, quest’ultimo fa sentire la sua influenza, specialmente, nella pasticceria. Infatti il nome di questi biscotti, nucatuli, deriva proprio dall’arabo nagal nel significato di noce.
Comunque sia, una cosa è certa, solo a nominarli questi dolcetti fanno venire l’acquolina in bocca e le immagini accrescono la voglia di mangiarli per inebriarsi con la bontà del ripieno. A riprova di ciò lo stesso ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali ha inserito i nucatali nella lista del P.A.T. prodotti agroalimentari tradizionali.
Proviamo a realizzarli
Le indicazioni per la preparazione di questi biscotti presentano qualche leggera variazione degli ingredienti nei vari comuni in cui sono diffusi, ma il procedimento è sempre lo stesso.
Il primo passaggio prevede la realizzazione della sfoglia in questo modo: versare la farina sulla spianatoia e fare un buco al centro dove mettere lo zucchero, lo strutto ridotto in pezzi e i tuorli. Impastare il tutto con un po’ d’acqua o di vino raggiungendo una pasta bella liscia che va tenuta in frigo per circa un’ora.
Nell’attesa si passa alla farcia versando in un pentolino, dove si è fatto riscaldare a fiamma bassa il miele, le mandorle ,la cannella, le scorze grattugiate di arance o limoni e i chiodi di garofano. Dopo aver mescolato bene il tutto, per renderlo consistente in modo da poterlo lavorare, si unisce la farina di semola.
A questo punto si toglie dal frigo la pasta e si tira una sfoglia dallo spessore di due centimetri, si tagliano dei rettangoli lunghi sette e larghi tre centimetri, sui quali va adagiato un rotolino d’impasto dallo spessore di una decina di millimetri. Si copre il ripieno con i lati dei rettangolini che vanno modellati a forma di S, quindi adagiati in una teglia imburrata e cotti per 20 minuti in forno preriscaldato a 180-200 gradi.
Dove li possiamo gustare
Diffusi in molte province della regione come Agrigento, Caltanissetta, Ragusa, Siracusa, Enna i nucatuli, pur conservando ovunque alcuni ingredienti base, quali miele, cannella, agrumi e frutta secca, presentano varianti locali che riguardano la forma, per cui oltre a quella tipica ad S, ci sono formati a stella, rombo o cerchio, la decorazione, il gusto e, persino, il nome.
Così diventano nacatuli, nucatali, nucatili, tutti termini dal suono più o meno simile, ma quella che resta invariata è, senza dubbio, la bontà di questo biscotto.