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Dove mangiare bene a Firenze spendendo poco: le nostre trattorie preferite a Firenze
Da Burde
Benvenuti alle giostre del gusto. Tutto ciò che di toscano avete assaggiato altrove non ha nulla a che vedere con l’esperienza che potrete fare qui, a Firenze, in via Pistoiese. L’osteria esiste da oltre cento anni e da oltre cento anni (121 per la precisione) fa mangiare bene il mondo. Tanto per cominciare, sul crostino nln ci trovate il patè ma il fegato a pezzettoni teneri come il burro. Ma i piatti forti sono la carabaccia, ovvero la zuppa di cipolle che come a Firenze non la fa nessuno, e la pasta al pollo scappato che, oltre alla carne, contiene anche le verdure. Il palato va in estasi.
L’osteria della Bistecca
Su questo posto non scommettereste un euro. Siamo a Firenze in via Luigi Gori e il tempo sembra essersi fermato agli anni 70. Il ristorante è uno stanzone, la plastica dei tavoli stride qua e là sul pavimento, la cucina è a vista dietro una vetrata e il proprietario serve ai tavoli. I prezzi sono “a simpatia”, perché il conto è sempre molto sommario e davvero economico, rispetto alla qualità. Il menù di carta non esiste, te lo raccontano a voce. La bistecca regna sovrana, cotta sulla brace vera con i carboni e l’odore di legna bruciata. Prenotare non è consentito e il locale è sempre zeppo. Si aspetta un po’ ma il personale intrattiene. E se il pasto è troppo “pesante” vi portano l’acqua santa, un digestivo abruzzese che più che un rosolio è uno sgorgalavandino. Provare per credere.
Coco Lezzone
Questa osteria di via del Parioncino un tempo non doveva essere un esempio di pulizia. O meglio, non doveva esserlo l’oste, Corrado (detto Coco) che si è beccato per questo il soprannome di lezzone (sporco). Sicuramente, uno dei posti più affollati di Firenze dove il menù è classico e l’atsmosfera è rustica: le pareti rivestite di pietra bianca tengono il fresco anche d’estate e passarci del tempo a tavola diventa un piacere. La proposta di degustazione è varia e completa ma semplice al tempo stesso. Tra le particolarità, i fagioli piattellini conditi con l’olio buono che si finisce con il pane.
Il Latini
Al piano terra di Palazzo Rucellai, a via dei palchetti, questo locale è un monumento. C’è chi sostiene che non si possa dire di aver assaggiato la fiorentina se non ci si è mai seduti qui e i fiorentini lo confermano a gran voce. Sul vino della casa… meglio non osare se siete delicati con i gusti. Quello che servono qui è un vino casereccio, i fiorentini lo definiscono ignorante, ma veste bene le carni, soprattutto quelle al sangue dei filetti. D’obbligo la prenotazione, il tutto esaurito è una costante.
Da Mario
“Vietato chiedere la costata alla fiorentina cotta bene” è l’avvertimento che Mario ha messo per iscritto, e a caratteri cubitali, all’ingresso di questa trattoria di Firenze, che si trova a pochi passi dal mercato centrale, in via Rosina. Il locale è piccolo e si mangia appiccicati, non si usa il congelatore e nemmeno la panna. Il menù è scritto a penna, le cancellature indicano le pietanze esaurite e, a fine serata, è tutto uno scarabocchio. L’osso della bistecca si ciuccia con le mani, ovviamente. “E chi ha finito si alzi”. Arrivederci e grazie.
Sostanza (Il Troia)
Avete presenti quelle persone che si rifiutano di invecchiare? Bene, questa trattoria di via del Porcellana si rifiuta di rinnovarsi. Tutto è come quando è nata. E se considerate che aprì i battenti nel 1869, fate un po’ due calcoli… Il Troia è il piatto forte del locale, pollo al burro immerso in un intingolo che fanno solo qui. Lo chef i fiorentini lo chiamano il troiaio perché ha sempre le mani immerse in qualche sugo e, quindi, ben sporche. La cucina, invece, fa impallidire per la pulizia. Leccarsi le dita è d’obbligo.
Ai tranvai
Ambientata all’interno di un tram, a via Torquato Tasso, in una cornice pittoresca che più pittoresca non si può. Vino della casa (quasi solo quello) e menù scritto col gesso sulla lavagna. Le specialità? Il lampredotto bollito e il cervello fritto con i fiori. E, se proprio volete restare leggeri, il bollito rifatto con la salsa verde. Lasciatevi tentare.
Ristorante del Fagioli
A corso dei Tintori, dietro a santa Croce questo è uno dei posti che i turisti, specie quelli stranieri prendono letteralmente d’assalto. Bandita la carta di credito. Si paga poco ma solo in contanti. I pici all’aglione è il piatto più delicato ma se ve la sentite di osare andate sulla trippa alla fiorentina mantecata o sulla ribollita cremosa. Un fiasco di vino di Montespertoli vi accompagnerà…
La casalinga
A via de Michelozzi, il concetto sta nel nome. Si cucina come a casa, si mangia con le mani (quel che si può). E si ordina il “rosbiffe” affogato nel sugo. Minestre, bolliti ariste e pollastri compongono il resto della proposta del locale, che resta tra i più buoni ed economici di Firenze.
Antico Ristoro di Cambi
A via di Sant’Onofrio, ambientato in un ex convento, ne ripropone le ricette genuine e semplici cucinate secondo tradizione. A parte le carni, degni di nota sono gli spinaci con il pecorino e il pollo coi fiori di zucca fritti. La ribollita è tappa obbligata del menù e si finisce a cantucci e vino (santo)…