Alto Adige: alla scoperta dello spumante altoatesino con metodo classico

Tra le innevate vette alpine e le verdi vallate dell’Alto Adige si estendono chilometri e chilometri di splendidi e sconfinati filari di vigneti, che regalano panorami straordinari ma soprattutto uno dei prodotti più preziosi di questa terra: lo spumante Alto Adige.

Questo vino racchiude in sé tutta la bellezza dell’Alto Adige, zona estremamente vocata alla viticoltura che si pratica da millenni; addirittura sono stati rinvenuti alcuni reperti che testimoniano questa attività sin dal 500 avanti Cristo.

Infatti l’Alto Adige, in particolare la parte del territorio della provincia di Bolzano delimitata dal fiume Adige e la Valle Isarco, presenta una varietà paesaggistica e delle caratteristiche climatiche e geologiche perfette per la crescita e lo sviluppo di famosi vitigni come il Pinot bianco, il Pinot nero e lo Chardonnay, con cui vengono ottenuti gli spumanti altoatesini sia bianchi che rosati.

Tra i migliori spumanti Altoatesini metodo classico citiamo :

  • Spumante Metodo Classico Brut ‘Athesis’ Kettmeir 2018
  • Spumante Metodo Classico Brut Hofstatter
  • Spumante Pas Dosé Riserva ‘Comitissa’ Lorenz Martini 2016
  • Spumante Extra Brut Riserva Arunda
  • Vino Spumante Extra Dry Rosé Zollweghof
  • Vino spumante Pet Nat Johannes Meßner – Burgerhof

Caratteristiche uniche

La protezione dai venti freddi e umidi offerta dalla catena Alpina, la mitigazione dei venti caldi provenienti dal lago, le abbondanti precipitazioni e la forte escursione termica tra giorno e notte sono i fattori che conferiscono a questo territorio le caratteristiche di una piccola nicchia climatica di cui le uve beneficiano e che favoriscono la loro lenta e costante maturazione, a partire dai pendii di 1000 metri fino alle valli.

Inoltre, il terreno fertile, umido e ricco di sali minerali in cui le viti affondano le radici permette allo spumante di acquisire un sapore complesso, un aroma fresco e fruttato e una raffinatezza inimitabili.

Ma questi doni della natura vengono valorizzati al massimo dalle sapienti pratiche di vinificazione dei produttori altoatesini, che non solo raccolgono le uve leggermente in anticipo rispetto a quelle destinate alla produzione dei vini fermi per garantire il perfetto equilibrio tra dolcezza e acidità, ma soprattutto utilizzano esclusivamente il metodo Classico per la spumantizzazione.

Questo metodo, originario della Francia, è il più antico e pregiato per la produzione degli spumanti perché prevede la lenta e delicata rifermentazione in bottiglia di un vino fermo.

La Cuveé

Tutto parte dall’ottenimento della cosiddetta “cuveé”, il vino base derivante dalla miscela di vini diversi o di annate diverse, che è un’operazione fondamentale perché è raro che un vino di una sola annata o di una sola varietà possa portare a un perfetto bilanciamento di flavour, contenuto zuccherino e acidità, per cui l’assemblaggio di diversi vini permette di compensare carenze, equilibrare o valorizzare alcune caratteristiche.

Il “blending” è considerato uno dei processi chiave e di più difficile esecuzione, per cui è affidato al talento e all’esperienza di tecnici che svolgono sia analisi chimiche sia sensoriali per la selezione dei vini più adatti per ottenere uno spumante perfetto.

La cuveé viene imbottigliata dopo l’aggiunta del liquore di tiraggio, una miscela di zuccheri e lieviti, che daranno il via alla seconda fermentazione che dura mediamente 3 o 4 mesi: per questo sono utilizzate bottiglie molto spesse per resistere alla sovrappressione che si genera nei mesi successivi, dovuta alla produzione di anidride carbonica da parte dei lieviti.

Al completamento della seconda fermentazione alcolica, il vino sosta ancora per un breve tempo a contatto con i residui dei lieviti. Questa fase che contribuisce a migliorare la struttura e soprattutto il profilo sensoriale dello spumante, conferendogli il caratteristico aroma di tostato e di lievito. In seguito, le bottiglie vengono collocate in posizione orizzontale nei fori di opportuni cavalletti di legno, le famose “pupitres” e subiscono il “remuage”, che consiste nella rotazione periodica delle bottiglie inclinandole progressivamente, in modo tale da far scivolare i residui dei lieviti verso il collo della bottiglia e convogliarle nel tappo.

E’ questo il momento della pratica più caratteristica e conosciuta di questo metodo che è affidato all’abilità dei migliori vinificatori: il “degorgement”, o sboccatura. La tradizione prevede di tenere in mano la bottiglia inclinata con il collo verso l’alto, e poi di togliere il tappo con un particolare strumento. Il tappo con i sedimenti viene espulso per effetto della forte pressione interna e subito deve essere bloccata la fuoriuscita di vino raddrizzando la bottiglia, per evitare spreco di prezioso prodotto.

Dopo la sboccatura, per ripristinare il vino perso, si aggiunge il liquore di dosaggio. La sua funzione è anche quella di migliorare la qualità del vino e caratterizzarlo dal punto di vista sensoriale. Per questo, la formulazione della miscela è diversa a seconda della ditta spumantistica ed è mantenuta segreta, poiché è ciò che conferisce l’impronta caratteristica allo spumante.

A seconda della sua composizione, gli spumanti altoatesini possono essere più o meno dolci; sono infatti prodotti in versione extrabrut, brut (con bassissimo tenore in zuccheri), dry e dolce. Dopo la colmatura, la bottiglia viene tappata definitivamente con un tappo di sughero cilindrico, che assume la tipica forma a fungo dopo la chiusura per la compressione che subisce nel collo della bottiglia.

La fermentazione naturale in bottiglia, nonostante sia lunga e costosa, è ciò che permette di esaltare al massimo il sapore armonico, il profumo delicato e la sapidità dello spumante dell’Alto Adige e che gli dona una spuma fine e persistente.

In ogni bollicina è racchiuso tutto lo spirito di questo territorio, la storia e la passione dei viticoltori, che rendono l’assaggio di questo spumante straordinario un’esperienza nuova ogni volta.

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