Alla scoperta dei datteri dell’oasi di Siwa (Egitto)

Nella distesa desertica nord occidentale dell’Egitto è situata Siwa, una grande oasi nota nell’antichità perché sul suo territorio sorgeva un tempio sacro al dio Sole che ospitava il celebre oracolo.

Oggi è meta di un turismo che permette di guardare lontano perché tante sono le attrattive che questa località può offrire. Accanto ai visitatori interessati ad ammirare testimonianze storiche, come i resti di antichi monumenti egiziani insieme al tempio dell’oracolo, ci sono quelli richiamati dai lavori di ricami, dai prodotti dell’agricoltura, da una vegetazione rigogliosa, e tanti che cercano benefici per il proprio corpo con bagni in vasche in cui sono raccolte acque sorgive dolci o con sabbiature curative utilizzando sabbie adatte allo scopo. L’oasi, popolata da una comunità berbera, è frazionata in unità sempre più piccole fino ad arrivare alle hattie.

Cosa si produce nelle hattie?

Oltre all’ulivo e altre piante fruttifere molto diffuso è il dattero, un arbusto con radici molto sviluppate le quali gli permettono di resistere e superare periodi di grande siccità. I frutti, chiamati con lo stesso nome, non compaiono sulla pianta prima dei dieci anni di vita della stessa, ma la più grande quantità possibile di datteri maturi si può ottenere solo da una palma che abbia oltrepassato abbondantemente questo limite. Esistono diverse specie di datteri che hanno tempi di maturazione che differiscono, anche se solo di poco, tra loro, alcune vanno consumate fresche, altre essiccate per la commercializzazione.

Siwi, frehi, azzawi, ghazaal, takdat sono le tante varietà di questo frutto, che per raccoglierlo, le popolazioni locali, devono arrampicarsi sulla pianta assicurandosi con una fascia, realizzata con fibra di palma, stretta ai fianchi.

Ma come si presenta il dattero frutto e come viene impiegato?

Il dattero di Siwa ha l’aspetto di una bacca con un solo seme, il nocciolo. Quest’ultimo racchiuso in una polpa zuccherina che si può mangiare, è formato da un guscio duro che contiene un embrione molto piccolo. Per i latini il dattero era il simbolo dell’onore e della vittoria.

I popoli nordafricani usano la linfa della palma per ottenere delle bevande molto diffuse, e il dattero per realizzare, unito ad altri ingredienti, quali uova, olio d’oliva, pane, farina, specialità tradizionali locali come elhuji, tarfant e tagilla.

E noi?

Immancabilmente presente nei cesti ricchi di ghiottonerie preparati per le feste natalizie da noi il consumo del dattero non è molto diffuso, anche se tantissimi possono essere i modi di utilizzo di questo fantastico e versatile frutto. Dato il suo alto valore energetico dovuto, in massima parte agli zuccheri, ma pure alle fibre, alle vitamine e ai sali minerali, è particolarmente indicato prima di cominciare una qualsiasi attività sportiva. Ma il suo aiuto è prezioso anche per creare tante sfiziose ricette salate: involtini, insalate, farcia.

Negli involtini ad esempio, il dattero diviso a metà, è farcito con dei formaggi, tipo asiago o fontina oppure caprino, e avvolto, dopo averlo ricomposto, in una fetta di pancetta, viene infilzato in uno stuzzicadenti e cotto in forno a 180 gradi per 5-10 minuti. Naturalmente è inimitabile se utilizzato per confetture o ricoperto di cioccolato. A questo punto non resta altro da fare che scoprire i datteri di Siwa e addolcirsi il palato.